Il termine Exultet indica sia la formula di benedictio del cero che avveniva durante la veglia di Pasqua, sia il rotolo sulla quale la troviamo riportata. Nell’Italia medievale, nell’area beneventana, fra il X e il XIV secolo questo canto di lode, che rappresentava il momento culminante della celebrazione, fu più volte trascritto su rotoli di pergamena formati da fogli cuciti insieme, dove il testo era accompagnato da ricche miniature rappresentanti sia scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento sia relative alle diverse fasi del rito.

L’Exultet mostra un’architettura della pagina molto particolare: le immagini infatti risultano in senso inverso rispetto al testo. Questo perché, mentre il testo veniva proclamato dall’officiante, che si trovava sull’ambone accanto al cero pasquale, le immagini erano rivolte ai fedeli che nella maggior parte dei casi non erano in grado di leggere il testo scritto e tantomeno di comprenderne il significato.

Quindi mentre l’officiante lasciava ricadere il rotolo durante la lettura, l’assemblea poteva seguire la cerimonia grazie ad un vero e proprio testo iconico, una Biblia pauperum a tutti gli effetti. Questo spiega anche le grandi dimensioni e la ricchezza delle illustrazioni, che in questo modo potevano essere fruite anche a grande distanza.

Il cosiddetto “Rotolo Casanatense” si compone di tre parti Benedictio fontis ms 724/I Pontificale Ms 724/II Exultet Ms 724/III


Il suggestivo video che qui sotto presentiamo grazie alla cortesia dell’autrice, la prof.ssa Bissera Pentcheva (Department of Art History, Stanford University), che lo ha realizzato con la  collaborazione della Biblioteca Casanatense nell’ambito della sua ricerca “Icons of Sound and the Concept of Choros in Medieval Art”, si prefigge lo scopo di riportare in vita l’atmosfera, le luci, i suoni, le melodie che componevano il mondo della religiosità medievale del quale l’Exultet era protagonista. [scheda di Ilaria Vercillo]

Dal testo dell’introduzione al video:

L’Exultet è una lunga preghiera, cantata nella notte di Pasqua, quando il diacono sale la scala dell’ambone e il vescovo accende il cero pasquale. L’interno sommerso nel buio viene illuminato da un’unica voce e da un’unica luce e il rituale gira intorno a questo asse centrale. La musica per la preghiera dell’Exultet è costituita da una struttura semplice e ripetitiva. E’ composta da quattro frammenti melodici che si ripetono con alcune variazioni.

La melodia ciclica evoca l’immagine delle stelle che orbitano, le quali sono modelli per il corpo risorto. Il movimento circolare, impiegato nella musica e nel gesto dello srotolare il rotolo dell’Exultet, i disegni circolari nel pavimento, esprimono l’idea del Choros, una danza e un canto insieme, attraverso cui l’umanità entra in sintonia con la sfera divina.


Bissera Pentcheva ha pubblicato già in questo campo con “Hagia Sophia: Sound, Space and Spirit in Byzantium” (Pennsylvania State University Press, 2017), per cui ha ricevuto il premio della Accademia dei Studi Medievali di America nel 2018.