LE DONNE DEGLI ASBURGO

Il ruolo assegnato alla donna nel complesso panorama della politica dei secoli XVI e XVII attribuisce alle regine d'Asburgo una doppia valenza. La sua prima funzione è la perpetuazione della dinastia, cioè assicurare la continuità tramite il concepimento di un erede. La seconda è servire gli interessi della famiglia e, tramite un matrimonio conveniente, propiziare alleanze politiche per rinforzare il potere degli Asburgo.

Ma la sottomissione agli interessi altrui non impedirà ad alcune donne Asburgo di diventare personalità di spicco nella politica o nelle arti. Così accadrà con l’Arciduchessa Isabella Chiara Eugenia (1566-1633), reggente delle Fiandre, o con la figlia di Filippo III, Anna di Austria (1601-1666), che dopo la morte del marito Luigi XIII guiderà la Francia fra il 1643 e il 1651.
Questi casi rimarranno, però, eccezioni, e il più delle volte le donne della dinastia finiranno alla ribalta della politica internazionale soltanto in virtù delle loro nozze, quando partoriranno un figlio maschio o nel momento della morte.
Ma in occasione di questi eventi, celebrati sempre con modalità squisitamente encomiastica, di vera glorificazione femminile, la donna in quanto tale, con i suoi pregi, virtù e difetti, sparisce: e così, per esempio, durante le esequie celebrate a Roma per la morte di Anna d'Austria nel 1666, suo figlio, Luigi XIV, esalterà non la figura della madre defunta, ma il legame indissolubile che, per il suo tramite, si era creato fra la famiglia regnante in Francia e gli Asburgo.