Referente Francesco Volpi

Già nella libreria privata del Casanate esisteva una raccolta di incisioni, seppur esigua e per lo più di stampe legate in volume. I bibliotecari responsabili della politica di acquisti si orientarono quindi anche verso materiale artistico, ma soltanto nel 1735, sotto la prefettura del padre Agnani, ci fu un consistente incremento del fondo delle stampe.
Furono acquistate in blocco infatti circa 2400 incisioni di particolare valore presso il libraio francese Lhuillier, che in quegli anni a Roma esercitava quasi il monopolio delle attività inerenti alla produzione grafica. Durante tutta la prefettura dell’Agnani, dal 1733 al 1746, continuò regolarmente l’acquisto di stampe e sempre in questi anni vennero compilati i primi abbozzi di catalogo relativi al fondo: l’Indice delle stampe e l’Indice dei ritratti, redatti dallo stesso padre bibliotecario nel 1745.

In essi le stampe sono catalogate sotto il nome dell’autore o incisore o disegnatore in ordine alfabetico, facendo precedere quelle di soggetto sacro e seguire le profane; vengono per ultime le stampe anonime. Particolarmente intenso fu l’arricchimento dei fondi in generale sotto l’impulso del padre Giovanni Battista Audiffredi, presente nella biblioteca sia pure con incarichi diversi dal 1749 al 1794.

Materiale raro e prezioso confluì poi alla Casanatense negli anni dell’occupazione francese quando, a seguito della soppressione di alcuni conventi, ne furono qui incamerate le raccolte. Fu anche questo il periodo, però, in cui si verificarono sottrazioni proprio a danno del fondo delle stampe, come risulta da una nota manoscritta probabilmente di mano del Narducci, prefetto della biblioteca nel 1876, che parla di incisioni “tolte, a seconda di quanto affermano i custodi della Biblioteca, dai francesi al tempo della loro dominazione in Roma nel periodo dal 1799 al 1804”.

Nuovo arricchimento dei fondi artistici si ebbe dopo la restaurazione, a seguito del consistente lascito dell’abate Antonio Riccy. La collezione fu pertanto notevolmente incrementata tanto che le venne adibito un locale apposito detto ‘camera delle stampe’; è anche probabile che in seguito il numero delle camere sia aumentato.

La raccolta continuò ad ampliarsi anche tramite l’acquisto presso la Calcografia Camerale di un esemplare delle migliori incisioni tirate. Tale politica si precisò, in seguito a specifica richiesta dei responsabili della biblioteca, in un privilegio concesso da Gregorio XVI nel 1831, che disponeva la consegna gratuita alla Casanatense delle stampe prodotte dalla Calcografia, una sorta di moderno diritto di stampa. Questa fruttuosa disposizione venne però a cadere nel settembre del 1870 e non risulta che la consuetudine sia mai stata ristabilita.

Al fondo delle stampe propriamente detto si aggiunge una raccolta analoga, contrassegnata nella collocazione dalle lettere ‘CCC’, formata da edizioni rare, da serie di stampe accompagnate o meno da un testo descrittivo ed essenzialmente da volumi in cui l’apparato illustrativo costituisce parte preponderante rispetto al testo. Fanno parte di questa sezione, che comprende opere stampate tra il XVI e il XIX secolo, le grandi edizioni geografiche dei Blaeu e di Jansson, erbari, testi di zoologia e di botanica, trattati di anatomia, raccolte antiquarie, tra cui l’edizione completa delle Antichità di Ercolano, serie di vedute romane a cominciare dalle Magnificenze del Vasi, dizionari illustrati di arti e mestieri, opere di glittica e numismatica.

Considerevole è anche il numero delle opere di maestri stranieri con una netta prevalenza della scuola tedesca e fiamminga: Albrecht Durer, Hans Baldung Grien, Hendrik Goltzius, Lucas van Leyden, Abraham e Cornelis Bloemaert, i Wierix, i Collaert, i Sadeler, queste ultime vere e proprie dinastie di incisori presenti con i loro migliori esemplari. Elegantemente rappresentata dalle invenzioni capricciose e bizzarre di Jacques Callot e dai paesaggisti Perelle e Silvestre è anche la scuola francese.
Attualmente il fondo consta di circa 30.000 esemplari.

Per saperne di più:
La Biblioteca Casanatense, Roma, Nardini, 1993