Iconografia polacca: la collezione di stampe del Fondo Wolynski [di Gianluca D’Elia, stagista in Casanatense]

Il Fondo Artur Wolynski (1844-1893) presso la Biblioteca Casanatense di Roma nasce nel 1888 per volontà dell’omonimo studioso polacco con l’intento di realizzare all’interno di una prestigiosa biblioteca italiana una vera e propria Biblioteca polacca, che raccontasse i fasti e la storia del suo Paese.
Artur Wolynski riuscì a portare in Casanatense quasi completa la raccolta di libri costituita durante gli anni con particolare attenzione alla storia ed alla letteratura polacca: in essa erano confluiti molti volumi provenienti dalla già sciolta Accademia Adam Mickiewicz di Bologna.

Impose all’allora direttore della Biblioteca, Edoardo Alvisi, precise condizioni per la sistemazione di tale patrimonio: in tutto si tratta di 2050 opere a stampa, (tra libri singoli, miscellanee e periodici), 4497 stampe, più alcuni medaglioni ed oggetti vari.
Dell’intero fondo sono stati finora catalogati (e pertanto disponibili con le rispettive collocazioni nell’Opac della Casanatense) i 740 volumi in lingua italiana.
Le stampe, recentemente riordinate, fotografate, sottoposte a singola ricognizione sono conservate in 30 scatole. Su di esse è in corso un progetto di soggettazione e catalogazione per autori sotto la direzione della dott.ssa Iolanda Olivieri, responsabile del fondo Stampe e Disegni.

La singolarità e la frequente alta qualità dei pezzi di questa collezione la rendono un unicum anche all’interno della stessa Casanatense. Dietro ogni singola stampa è percepibile un accurato criterio di scelta, testimone di una ben precisa volontà di collezionismo ma anche frutto maturo di una grande stagione della storia dell’incisione polacca del secolo XIX.
Il 50% del patrimonio è composto da litografie, seguito da una percentuale compresa fra il 30 e 40% di silografie, con un restante 10-20 % di incisioni su metallo, rame e acciaio (siderografia) e probabili cromocalcografie e cromolitografie. Assai più rare le fotografie (2% circa).
La varietà quanto mai ricca di temi e di argomenti legati al mondo polacco rende più difficoltoso il raggruppamento delle stampe e la logica numerica sequenziale delle singole segnature appare decisamente casuale, fatta eccezione per una scatola dedicata interamente alle gesta di Napoleone Bonaparte e per alcune scatole di ritratti.

Le stampe provengono per la stragrande maggioranza da tre pubblicazioni periodiche, due polacche il TYGODNIK WIELKOPOLSKI e KLOSY Czasopismo ilustrowane tygodniowe e una italiana, l’ILLUSTRAZIONE ITALIANA della tipografia dei Fratelli Treves di Milano.
Un panorama iconografico molto ampio che offre la possibilità di ricostruire sia una “storia della Polonia per immagini”, con particolare attenzione alla letteratura e agli scenari geografici, sia una parte di quella italiana.

Presente la tematica scientifica, che vede in Wolynski al tempo stesso il grande appassionato e lo studioso (fu sua l’idea della costituzione del Museo Copernicano di Roma, al quale donò un numero sorprendente di oggetti, tra libri e strumenti veri e propri).
Accanto a quelli scientifici sono presenti numerosi soggetti geografici e moltissimi ritratti, da valutare soprattutto in un contesto celebrativo: particolarmente interessanti sono le serie dedicate a Sovrani, Pontefici e uomini politici. Belle, in ambito etnico e folklorico, le numerose raffigurazioni di scene di vita quotidiana, in città e in campagna e i soggetti femminili.

Altrettanto numerosi i soggetti a carattere letterario, che, nella loro trattazione, presuppongono tuttavia la conoscenza approfondita della storia e della letteratura polacca. Abbiamo rappresentazioni di alcune opere di Teofil Aleksander Lenartowicz (1822-1893), poeta romantico, autore di Lirenka (1855) che visse a Varsavia partecipando alla bohème letteraria della città (cyganerja warszawska), con occhio partecipe e attento alla vita dei poveri contadini.

E ancora scene tratte dagli scritti di Witkiewicz Stanislaw Ignacy (1885-1939), Ludwika Wladyslawa Franciszka Kondratowicza (1823-1862) autore di Urodzony Jan Deboróg ; Adam Bernard Mickiewicz (1798-1855 il più celebre forse dei poeti romantici polacchi, del quale in Casanatense si conservano un busto e la maschera funenaria), autore di Konrad Wallenrod e Dziada.
Si potrebbe continuare citando i nomi di Adam Suzin, Piotr Poweski (1536 – 1612, teologo gesuita), Henryk Siemiradzki (1848-1902), Lucyan Siemienski (m.1877), Leon Sapieha (1803-1878), Juljusz Slowacki (1809-1849) compositore di Balladyna e Duma O Waclawie Rzewuskim.
Un ultimo accenno merita la romanziera Eliza Orzeszka (1842-1910), autrice di Meir Ezofowicz (1878), noto romanzo polacco ispirato alla vita della comunità di una piccola cittadina lituana, opera intrisa di sentimenti tardo-romantici, che ispirano scene illustrate sul medesimo registro.

Da buon figlio del suo tempo Wolynski dimostra un’indubbia predilezione per il tema della letteratura lugubre, tanto caro al Romanticismo, dominante nei soggetti delle illustrazioni. Ecco che molte stampe recano esplicite allusioni a cimiteri, lapidi, tombe, sepolcri e funerali, che, se da un lato fanno spesso da sfondo a immagini celebrative (riferite per esempio a personalità del mondo politico, letterario o religioso), dall’altro sconfinano nell’occultistico-teosofico, con grande svolazzamento di angeli e di spettri.

Oltre a quello di Elviro Michael Andriolli (1836-1893), i nomi dei disegnatori e degli incisori che si incontrano con maggiore frequenza sono A. Kozarski, Kurella Ludwik (1834-1902), Lepkowski L. (1829-1905), Pillati, J. Matejko, W. Pociecha, Podbielski, J. Eysmond, J. Rosen, T. Rybkowski (1848-1926), Jozef Ungra, S. Antoszewicz, P. Brzozowski (Varsavia 1836-1892), E. Gorazdowski E. (1843-1901), I. Holewinski (Varsavia, 1848-1917, celebre soprattutto per i ritratti) A. Regulski (Varsavia 1839-1884), e tra gli italiani Tofani, Ettore Ximenes, Teja Casimiro, Eduardo Matania, Dante Paolocci, Barberis e Canedi.

La collezione di stampe del Fondo Wolynski si può anche definire un racconto per immagini della vita stessa del possessore, dello studioso, del profugo politico, che ha dato lustro con la propria attività ai Paesi rispettivamente di nascita e di adozione: Polonia ed Italia.
Egli nutrì una predilezione tutta speciale per la città di Roma che lo adottò, nella quale visse gli anni più significativi della sua vita e che elesse a luogo di conservazione della sua memoria.
Dall’analisi di questo materiale appare quasi evidente la volontà di Wolynski di far rinascere presso la Casanatense la soppressa Fondazione Mickiewicz di Bologna. L’ipotesi nasce spontanea, individuato il principio informatore alla base della costituzione di questo fondo, libri e stampe insieme: la volontà intensa di documentare storia e cultura di due popoli e di due Stati quasi in parallelo, Polonia e Italia e di conservarne una memoria congiunta.
La patria di nascita e quella di elezione unite “per sempre” oltre la caducità della vita umana, un monumento personale e collettivo affidato alle Istituzioni di ieri per garantirne la conservazione e la consegna alle generazioni future.
Un impegno per le Istituzioni di oggi a diffonderne il valore e la conoscenza.