Istruzioni per l’uso di Laura Giallombardo.

Definizione di stemma. Goffredo di Crollalanza nella sua Enciclopedia araldico-cavalleresca definisce l’arma o stemma «il complesso di tutte le figure, emblemi, pezze, smalti, ornamenti, contrassegni d’onore che servono a far conoscere la nobiltà d’una famiglia o a distinguere una nazione, una provincia, una città, una corporazione ecc.»; ma lo stemma è anche un “linguaggio figurato”, sullo scudo ogni figura si riveste di un preciso significato simbolico, allude a qualità morali, a imprese e avvenimenti, simboleggia conquiste e possedimenti, alleanze matrimoniali e dignità acquisite. È una sorta di carta d’ identità del possessore, ne rappresenta lo status giuridico, storico, politico, religioso e come tale diventa segno di riconoscimento, di onore e di prestigio, un vero e proprio marchio di proprietà. Nel corso dei secoli miniatori e tipografi, pittori, scultori e architetti raffiguravano stemmi o simboli araldici su codici, libri a stampa, quadri, arazzi, li scolpivano su fontane, su facciate di palazzi, su chiese, conventi e monasteri, li dipingevano su pareti e soffitti, su arredi, ceramiche e porcellane o li incidevano su argenti. Nei codici antichi e nelle opere a stampa venivano miniati sulle carte e impressi sulle legature ma anche raffigurati nelle marche tipografiche e negli ex libris.

La Biblioteca Casanatense conserva un ricco fondo araldico costituito da numerose opere dalle tipologie diverse e interessanti sia per l’importanza dei contenuti scientifici che per la varietà del corredo iconografico: oltre 160 codici, alcuni particolarmente pregiati, 200 documenti di notevole interesse storico diplomatico, circa 2500 opere a stampa. Sono trattati di araldica, stemmari, repertori di famiglie nobili italiane e straniere, monografie, storie e genealogie familiari, raccolte su famiglie regnanti, collezioni di emblemi, statuti di ordini cavallereschi, biografie, saggi, ma anche, come nel caso dei documenti, carteggi, istrumenti notarili pubblici e privati (testamenti, doti, donazioni, atti di matrimonio

Questo patrimonio rende la Biblioteca Casanatense una delle biblioteche pubbliche statali romane più conosciute e apprezzate per la quantità e pregevolezza del materiale araldico che, nel corso degli ultimi venti anni è stato studiato, organizzato e valorizzato fornendo, quali utili strumenti di consultazione, cataloghi cartacei e cataloghi informatizzati, come il catalogo dei manoscritti araldici, il catalogo di bibliografia araldica e il catalogo degli stemmi.

IL CATALOGO DEGLI STEMMI

I primi cataloghi su base cartacea. Il primo catalogo degli stemmi della Biblioteca Casanatense risale agli anni 1885-1890: circa 10.000 schede con nominativi di famiglie e personaggi nobiliconservate in venti cassette in legno tuttora collocate nella Sala Cataloghi. Le schede, che si basano su criteri di estrema essenzialità, segnalano il nome della famiglia, il riferimento bibliografico dell’opera in cui reperire lo stemma e la collocazione, a volte mancante oppure non più identificabile perché modificata nel tempo. Col passare degli anni e la crescita di un’utenza sempre più attenta e interessata agli stemmi e soprattutto alla loro identificazione, si sente l’urgenza di costituire un catalogo più moderno ed esauriente.

Nel 1984 prende l’avvio un secondo esperimento di catalogazione degli stemmi, un catalogo a schede decisamente più articolato. L’impianto prevede un catalogo composto da due parti distinte ma complementari: un catalogo onomastico, in ordine alfabetico per famiglie, e un altro sistematico per figure, pezze e partizioni, corredato quest’ultimo da un indice delle figure e da un vocabolario araldico. Il sistema di ricerca concepito da questo catalogo, che dalla figura permette di risalire al possessore dello stemma, si è rivelato molto utile per l’identificazione degli stemmi anonimi.

Le richieste dei nostri utenti

Nel corso degli anni gli utenti della nostra Biblioteca, studiosi del Fondo antico manoscritto e a stampa ma anche cultori della materia, ci hanno spesso rivolto domande di carattere araldico, chiedendoci se fosse possibile:

– identificare gli stemmi anonimi, appartenenti a possessori, committenti, dedicatari e tipografi, che erano impressi sui piatti delle legature oppure erano miniati, acquerellati, disegnati, incisi sulle prime carte dei codici e delle opere a stampa o raffigurati sulle marche tipografiche e sugli ex libris

– descrivere gli stemmi cioè “blasonarli” secondo le regole e la terminologia proprie della scienza araldica. Lo studioso che cataloga il manoscritto, infatti, è consapevole che identificare uno stemma anonimo, soprattutto se si trova in un codice non datato e di ignota provenienza, significa avere la possibilità di ricostruire gran parte della storia di quel codice sia cronologicamente che topograficamente. Ma lo stemma è anche uno degli elementi decorativi di un codice, fa parte della sua struttura originale o delle possibili successive stratificazioni, le regole di catalogazione del manoscritto prevedono sia la segnalazione del possessore (nella descrizione esterna alla voce possessori e provenienza), che quella dello stemma (alla voce decorazione, dove viene indicata la sua presenza e la sua posizione) corredata, eventualmente per maggior completezza, dalla descrizione.

Il progetto e il suo obiettivo

Il progetto di un catalogo degli stemmi su base informatica nasce nel 1999 dalla volontà di fornire risposte rapide e adeguate alle richieste dei nostri utenti attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e digitali che nel corso degli anni si sono sviluppate. Dallo studio degli stemmi del Fondo manoscritto, si è esteso successivamente al Fondo incunaboli. La fase iniziale è consistita nel censire tutti gli stemmi presenti sulle legature, sulle carte dei 6302 manoscritti e 2069 incunaboli casanatensi e gli stemmi raffigurati sulle marche tipografiche e sugli ex libris contenuti in questi ultimi. È stata poi creata una base dati strutturata in maniera molto articolata utilizzando, nella ricerca web, la stessa impostazione del catalogo cartaceo del 1987, che si era dimostrata molto valida per la ricerca degli stemmi anonimi. Il catalogo, in progress, perché aperto a nuove implementazioni, è stato poi integrato dalle immagini digitalizzate degli stemmi legate ai relativi records. Oggi il catalogo degli stemmi è divenuto una collezione degli Scaffali digitali della Biblioteca Casanatense.

L’obiettivo da raggiungere era:

– identificare gli stemmi anonimi sulla base delle fonti bibliografiche a nostra disposizione

– studiare la composizione tecnica degli stemmi (sia di quelli anonimi che di quelli già conosciuti), la tipologia degli scudi e gli ornamenti esteriori

– blasonare gli stemmi, cioè descriverli secondo l’uso appropriato delle regole della scienza araldica e del linguaggio araldico

– riversare le informazioni acquisite in una base dati articolata con un’interfaccia web dotata di molteplici chiavi di ricerca.

Banca dati e digitalizzazione degli stemmi

La banca dati, inizialmente creata su db/access, è stata trasferita successivamente in OPAC attraverso la migrazione prima in Alexandrie, poi in Kentika, entrambi software di gestione forniti dalla società Ifnet di Firenze ed infine nel ContentDM gestito da OCLC. I record sono stati strutturati in undici campi utili per riversare i metadati descrittivi acquisiti, relativi alla collocazione del volume, al nome del possessore dello stemma, alla posizione dello stemma all’interno del volume, alla sua composizione tecnica e alla blasonatura; un campo è stato riservato alle annotazioni del catalogatore.

Questo l’elenco dei campi predisposti:

Collocazione (del volume)

Identificazione (il nome del possessore dello stemma: della famiglia o della persona)/p>

Posizione (la posizione dello stemma nel volume: sul piatto anteriore della legatura, sul frontespizio o a c. 1r ecc.)

Tecnica di esecuzione (la tecnica usata per raffigurare lo stemma: impresso in oro, miniato, inciso, disegnato a matita o a penna ecc.)

Scudo (la forma dello scudo: gotico, sannitico, irregolare ecc.)

Figure (le figure che si trovano sulla superficie o campo dello scudo: leone, aquila, torre ecc.)

Partizioni (le divisioni della superficie o campo dello scudo: partito, inquartato ecc.)

Smalti (i colori, i metalli e le pellicce che rivestono le figure e il campo dello scudo: rosso, azzurro, argento, oro, ermellino

Ornamenti esteriori (le figure o gli oggetti posti all’esterno dello stemma cioè sopra, sotto o ai lati: tiara pontificia, cappello cardinalizio, cimiero ecc.)/p>

Blasonatura (la descrizione dello stemma secondo il vocabolario araldico e le regole proprie della scienza araldica)

Note (spazio riservato alle annotazioni del catalogatore)

La digitalizzazione degli stemmi. A completamento della banca dati è stata avviata la campagna di digitalizzazione degli stemmi: le riprese sono state realizzate nel formato grafico JPG e TIFF e ogni immagine è stata legata ai relativi metadati descrittivi. Dal censimento dei Fondi manoscritti e incunaboli sono stati reperiti circa 900 stemmi che hanno prodotto una banca dati con 865 records catalografici.

Consulta il catalogo degli stemmi sui nostri Scaffali digitali.