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Le Commedie ridicolose della Biblioteca Casanatense di Anna Alberati
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Nella prima metà del Seicento uno dei fenomeni teatrali più singolari che si manifestano a Roma, nello scintillante caleidoscopio della vita teatrale della città nel periodo barocco, è la diffusione sia scenica che editoriale delle commedie ridicolose. Le ridicolose sono commedie che, articolate quasi sempre in un Prologo e 5 atti, si poggiano su una struttura letteraria di commedia erudita di tradizione classico-cinquecentesca, sulla quale, però, si innestano due elementi mutuati dalla Commedia dell'Arte: l'uso delle maschere fisse per i personaggi, che si chiamano Pantalone mercante veneziano, Zanni servitore bergamasco, Graziano dottore bolognese, e che sono servitori di varia provenienza (Napoli, Roma, Perugia) e il relativo uso dei diversi dialetti.

commedie ridicolose

Sono commedie piene di eventi e passaggi ridicoli e comici, sono «bagatelle comiche piene di buffonerie» scritte da intellettuali letterati, Accademici delle diverse Accademie romane, che le scrivono per puro passatempo, in pochi giorni e con pochissimo impegno, ma che poi si dedicano con passione e divertimento alla loro rappresentazione. Gli autori mettono in scena le loro commediole negli spazi offerti dalle Accademie o nei saloni dei nobili palazzi privati di aristocratici appassionati (come il duca Giovanni Angelo Altemps) e inoltre le interpretano, riservandosi i ruoli delle maschere. Sono autori dilettanti e attori dilettanti che giocano a fare teatro, ma soltanto in un tempo determinato, il tempo della festa, sempre (o quasi) il tempo di Carnevale, con una adesione perfetta alle modalità della politica culturale della imperante Controriforma.  La definizione ridicolosa (o ridiculosa), in realtà, compare in luoghi diversi, e vuole definire la piacevolezza e la comicità della commedia: forse la prima ridicolosa sembra essere la commedia del veneziano Marin Negro, "La pace. Comedia non meno piaceuole che ridicolosa", stampata a Venezia nel 1561, dove nel Prologo si dice che costui [l'autore] vi ha posto dentro manco lingua tosca che ha potuto ... et così penso sarà ridicolosa; e poi in vero le comedie vogliono essere ridicolose, et chi vuole cose dotte et alte le cerchino, perché non mancano libri che sono alti di dire; inoltre nello stesso Prologo si sottolinea il fatto che gli attori non sono professionisti (consumati) ma dilettanti (vergini in tale professione).

La contrapposizione con la Commedia dell'Arte è evidente e si poggia su due punti fondamentali: la stesura letteraria della storia e dei dialoghi contro i canovacci o scenari dove gli accadimenti sono delineati con una sintetica descrizione, e poi il dilettantismo degli attori delle ridicolose contro il professionismo dei Comici dell'Arte, ovvero la caratteristica dominante che porterà il teatro alla sua fisionomia moderna.commedie ridicolose Nel Seicento il teatro comico in Italia si presenta in modi diversi: mentre nell'Italia settentrionale, e poi in quella meridionale, prevale la Commedia dell'Arte con l'invenzione di tipi comici espressi dalle maschere e in Toscana la commedia rimane legata alla tradizione letteraria, a Roma fiorisce soprattutto la commedia ridicolosa.

Nella storia del teatro assai importante, spesso determinante, è stata l'attività di censura effettuata dalla Chiesa Cattolica, (soprattutto nel periodo della Controriforma), che condannava «l'uso profano e mondano del tempo implicito nella partecipazione allo spettacolo teatrale, la pericolosa sregolatezza delle commedie di carnevale, l'incontrollabile tecnica della improvvisazione verbale e gestuale e inoltre la presenza femminile sulla scena».