Le legature antiche della Casanatense
Le legature antiche di Piccarda Quilici
[…] Escludendo l’esistenza in Casanatense di pezzi medievali di rilevante intensità si può segnalare il particolare interesse rivestito dalle legature di un gruppo di manoscritti francesi provenienti dall’Ordine dei Templari, soppresso da Filippo il Bello, nel 1307, in seguito conservati e rilegati nell’abbazia de la Charité presso Besacon. Pervenuti in Casanatense tramite il libraio Bellotti intorno al 1780-90, si presentano come tipiche legature cistercensi in pelle conciata di cervo, con assi di legno e robuste cuciture a vista; per alcune di esse, uniche decorazioni sono le finiture in metallo, ottone o bronzo. Numerose comunque fra i manoscritti e i primi libri a stampa le legature “monastiche”, cosiddette comunemente con riferimento all’opera di produzione e conservazione culturale che nel Medioevo venne esercitata nei chiostri. Con questo termine si è poi passati ad indicare tutte le legature tardomedievali, siano esse di fabbricazione conventuale sia laica, in cuoio, e montate su assi di legno. Queste legature sono di solito di grande formato (infolio), hanno il dorso a nervi ben rilevati (cucitura alla cappuccina), robusti capitelli sia semplici sia doppi, e sono fornite di elementi metallici, fermagli, borchie, cantonali, a volte anche catene, con cui venivano fissate ai plutei. Se ne fabbricarono in Italia fino alla fine del Quattrocento quando, in seguito all’invenzione e alla diffusione del libro a stampa, vengono sostituite da legature più economiche, pratiche e maneggevoli, con qualche eccezione rappresentata prevalentemente da volumi di argomento religioso o giuridico. Sulle legature italiane del rinascimento è forte l’influsso, sia nella tecnica sia nella decorazione, della cultura islamica, filtrata dalla Spagna attraverso Napoli e dal Mediterraneo orientale attraverso Venezia.
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