Le fonti musicali di Franz Liszt nella Biblioteca Casanatense  (22 ottobre 1811-2011) di Anna Alberati

In occasione del bicentenario della nascita di Franz Liszt, 22 ottobre 1811, che si è celebrato e si celebra con una molteplicità di eventi, la Biblioteca Casanatense porta il suo piccolo contributo con un elenco delle fonti musicali del compositore che risultano conservate nel suo prezioso Fondo Musica.  Le composizioni presenti, eccetto quattro copie manoscritte, sono tuttte edizioni a stampa e fanno parte tutte, eccetto una, dell’Archivio Giovanni Sgambati, che ora è conservato presso la Biblioteca Casanatense e che è un’importante collezione entrata a far parte dei beni patrimoniali dello stato italiano in seguito all’acquisto effettuato dal MIBACT nell’asta battuta presso la casa Christie’s il 13 Dicembre 1994, insieme agli arredi dello studio del musicista e al suo pianoforte Erard, che sono stati collocati nel Museo degli Strumenti musicali di Roma.


La figura di Giovanni Sgambati (1841-1914) è quella di un pianista e un compositore di valore che fu di fondamentale importanza soprattutto nella  vita musicale romana nella seconda metà dell’Ottocento.

Nacque a Roma, ma sua madre, rimasta vedova, nel 1849 si stabilì a Trevi nell’Umbria, dove Sgambati, lontano sia dalla Roma papalina che dalle battaglie risorgimentali, si dedicò esclusivamente allo studio del pianoforte e a quello dell’armonia. All’età di 13 anni, si esibì in un concerto-esame presso la Residenza del Pontificio Istituto di Santa Cecilia (che aveva sede a via di Ripetta), con il quale venne ammesso come socio della Pontificia Congregazione e Accademia di Santa Cecilia. Si stabilì poi definitivamente a Roma nel 1860, e acquistò rapidamente una buona notorietà dovuta al suo modo di suonare e per il carattere dei programmi che svolgeva nei suoi concerti: i suoi autori preferiti erano Beethoven, Chopin, Schumann, Bach, Händel.

In procinto di andare in Germania allo scopo di perfezionarsi nello studio del pianoforte, nel 1862 ebbe invece l’occasione di conoscere Franz Liszt, che fino al 1869 rimase a Roma, dove le sue diverse abitazioni diventarono punti d’incontro di artisti italiani e stranieri e soprattutto di giovani allievi: particolarmente importante fu il rapporto che Sgambati ebbe con Liszt, sia per la sua vita artistica che per la sua stessa carriera di musicista e di compositore.

La provenienza di queste fonti lisztiane, che vengono direttamente dalla biblioteca personale di Sgambati, determina la loro fisionomia, che è caratterizzata da una connotazione particolare, tanto che ognuna di queste edizioni a stampa può essere considerata come esemplare unicum. Infatti ogni pezzo, che mostra i segni di uno studio attento e di una consultazione assidua, è arricchito da numerose annotazioni e aggiunte musicali che sono di mano autografa di Giovanni Sgambati. Questi, giovane e brillante pianista, fu l’allievo prediletto di Liszt durante il suo soggiorno romano negli anni 1860-1869 e poi fu grande amico, suo e della principessa Carolyne Sayn Wittgenstein, la sua compagna.

Le composizioni di Franz Liszt presenti nella Biblioteca Casanatense sono le seguenti:

22 Composizioni originali a stampa (n. 1-22), di cui 17 per pianoforte, da Les cloches de Gêneve (n. 1) composta nel 1835 alla Csárdás n. 1 (n. 17) composta nel 1884, con alcune fra le composizioni lisztiane più note, Ballade n. 1 (n. 2-3), Liebesträume (n. 8), Ungarische Rhapsodie n. 2 (n. 11), Valse impromptu (n. 4-5) “un piccolo, delizioso capolavoro, che trasmette non soltanto la gioia del ballo, ma il piacere elegante del gran signore che sa giocare con le cose minute, plasmandole sino a farne un gioiello” (Michele Campanella); Weinachtsbaum (n. 19), una raccolta di pezzi scritta per la nipotina Daniela von Bülow, a riguardo della quale Ferruccio Busoni scrisse che rappresentavano “la metamorfosi di Liszt da demonio ad angelo, dalla prima Grande fantasie de bravure sur la Clochette (suggestione diabolica di Paganini) sino alla mistica infantile dell’Albero di Natale nella quale quella finale innocenza che è il frutto di ogni esperienza ci trasporta con la sua peculiare veste sonora in un paese migliore”; l’oratorio Christus per voci e pianoforte (n. 21), nel quale Liszt cercò di realizzare un difficile equilibrio fra il linguaggio della tradizione liturgica romana, la cantabilità italiana e l’orchestra moderna ; alcune parti del Requiem (n. 20), che fu eseguito con la direzione di Giovani Sgambati il 2 aprile 1887 alle ore 10.30, nella chiesa Nazionale Teutonica di S. Maria dell’Anima a suffragio «dell’illustre Francesco De Liszt» (morto il 31 luglio 1886), su desiderio di Carolyne Sayn Wittgestein, ed era stato già eseguito e diretto dallo stesso Sgambati per i funerali di Carolyne, morta poco tempo prima, il 9 marzo 1887.

Liszt_schede 12 Composizioni per pianoforte tra Parafrasi e Trascrizioni di temi di altri autori a stampa (n. 23-32), un piccolo esempio dello sterminato catalogo di queste musiche create da Liszt, il Lied Adelaide di Beethoven (n. 23), uno dei musicisti più amati e studiati, Valse dal Faust di Gounod (n. 26), il Lied Auf Flügeln des Gesanges di Mendelssohn (n. 27), il quarto degli Études d’éxécution transcendante d’après Paganini, il violinista che Liszt ascoltò a Parigi nel 1831 e che divenne l’ispiratore e modello per il proprio virtuosismo trascendentale (n. 30), l’Ouverture del Tannhäuser di Richard Wagner (n. 32)

4 copie manoscritte di Composizioni e Trascrizioni (n. 33-36)

4 manoscritti autografi di quattro autori, con le loro dediche a Liszt (n. 37-40): Augusta Browne-Garrett, prolifica compositrice nata a Dublino ma vissuta negli Stati Uniti, Adele aus der Ohe, pianista e compositrice tedesca, una dei pochi bambini-prodigio allievi di Liszt, Nàndor Plotényi, violinista ungherese scoperto dal violinista Ede Remenyi (che fu amico di Sgambati), infine Heinrich Schulz-Beuthen, un compositore tedesco, autore di opere, sinfonie e concerti per pianoforte e orchestra, assai stimato da Liszt.

L’evoluzione artistica che si manifesta chiaramente nelle composizioni di Liszt, da quelle dell’età giovanile a quelle degli ultimi anni, si rispecchia nelle vicende umane, nel cammino dell’uomo Liszt che mostra la sua grande capacità di evoluzione e di rinnovamento, come si può leggere in queste brevi note biografiche.

Franz Liszt nacque il 22 ottobre 1811 a Raiding (in ungherese Doborjan) nella contea di Ödenburg (in ungherese Sopron), una regione che allora apparteneva all’Ungheria ma che nel 1920 fu annessa all’Austria: la popolazione, in prevalenza germanica, parlava la lingua tedesca, come Liszt, che poi usò come lingua preferita il francese. Cominciò lo studio del pianoforte molto presto, con la guida del padre, musicista dilettante e amministratore del principe Nicola Esterházy, che dopo aver sentito uno dei suoi primi concerti, nel 1820, gli offrì una borsa di studio per completare la sua educazione musicale.

Con la famiglia si trasferì a Vienna, dove fu allievo di Carl Czerny per il pianoforte e per la composizione di Antonio Salieri e dove ebbe inizio la sua folgorante carrriera di pianista. Nel dicembre del 1823 arrivò a Parigi, dove rimase per 12 anni e dove ebbe la sua formazione culturale e artistica, anche se non fu ammesso al Conservatorio dove gli stranieri non potevano entrare. Qui conobbe i tre musicisti che lo influenzarono profondamente: Hector Berlioz, conosciuto il 4 dicembre 1830, Niccolò Paganini, ascoltato per la prima volta il 9 marzo 1831, che lo portò a trasformare la sua tecnica pianistica in “virtuosismo trascendentale”, e infine Chopin, conosciuto il 26 febbraio 1832. Nel 1833 conobbe un’altra figura fondamentale, ovvero la contessa Maria d’Agoult, con la quale ebbe una relazione negli anni 1835-39 e vide la nascita dei suoi tre figli, Blandine, Cosima (che sposò i musicisti Hans von Bülow e Richard Wagner) e Daniel. Nel 1839 scoprì Roma, dove in una serata inventò il recital pianistico che definì “soliloquio”, con un concerto tenuto da solo.
Dal 1839 al 1847 tenne concerti in tutta l’Europa, sempre con un successo clamoroso. Durante una tournée in Ucraina, nel 1847, conobbe la principessa Caroline de Sayn-Wittgenstein, che sarà la sua compagna per tutta la vita. Dal 1848 al 1861 rimase stabilmente a Weimar, dove era stato nominato maestro di cappella e dove fu attivo come direttore d’orchestra e come insegnante di pianoforte, attirando una folta schiera di pianisti, e dove soprattutto si dedicò intensamente alla composizione. La sua situazione, sia a causa della relazione con la principessa che per dissidi culturali e per intrighi personali, divenne poi così difficile da costringerlo a partire da Weimar. Il 21 ottobre 1861 raggiunse la principessa, che sperava di ottenere dal papa l’annullamento del suo matrimonio, a Roma, dove rimase fino al 1869. Qui, con l’obiettivo di diventare compositore ufficiale del Vaticano, si dedicò alla composizione di musiche sacre e all’attività di insegnante di pianoforte, inoltre prese la tonsura e gli ordini minori. Nel 1869 accettò di tornare a Weimar, mentre nel 1871 fu nominato dal governo ungherese consigliere reale: da questo momento Liszt trascorse la sua vita fra Roma, Weimar e Budapest, “una vita triforcuta” come scrisse lui stesso, quella di un uomo “mezzo tzigano e mezzo francescano”, e compose quasi esclusivamente brani per pianoforte. Dopo essersi riconciliato con la figlia Cosima e l’amico Wagner, continuò l’attività di direttore e di insegnante.Al ritorno da una trionfale tournée in Inghilterra e in Francia morì, a Bayreuth, il 31 luglio 1886.