Nota di Francesco Volpi, catalogatore del Fondo.
Il fondo Editti e Bandi è una preziosa fonte di notizie per la ricerca dello storico e non solo. Le versioni a stampa cinquecentesche e seicentesche di documenti medievali, come la Bolla di Onorio III del 1216 con l’approvazione della regola di Domenico di Guzman per l’Ordine dei Predicatori, le testimonianze delle relazioni intercorse tra Stato Ecclesiastico e altri Regni, le controversie tra Diocesi e Ordini religiosi per prerogative e privilegi, ne sono solo esempi.
Lo Stato Pontificio si presenta come una macchina amministrativa imponente e complessa, in cui Congregazioni, Magistrature e uffici, pullulanti di schiere di cancellieri, segretari e notai, intrecciano e sovrappongono le proprie competenze.
Nei tempi scanditi dal calendario dei riti e della liturgia, la centralità dell’economia è testimoniata dalle immancabili concessioni di benefici e licenze, dal ruolo giocato da protagonista dall’onnipresente Camera Apostolica, dalla creazione, nel ‘500, del debito pubblico con il sistema dei Monti. Se da un lato emerge un’Amministrazione pontificia sempre affamata di entrate, dall’altro, si coglie anche una volontà di tutelare cittadini e comunità, soprattutto nell’attenzione, da parte delle autorità, ai prezzi e alla qualità dei generi alimentari, nonché nei provvedimenti presi in materia di sanità e di igiene.
Per quanto poi riguarda la città di Roma, gli spunti d’interesse sono innumerevoli: dall’urbanistica, con i progetti di nuove strade o di opere di manutenzione e bonifica, alle notizie sulla costruzione e destinazione d’uso dei palazzi storici della città. Informazioni su feste, costumi e malcostumi, sui gusti culinari dei romani, nonché vere e proprie curiosità che attestano anche episodi di goliardia, come un editto del 1703 del governatore di Roma Ranuccio Pallavicino, con cui si offriva una taglia a chiunque potesse dare anche la minima notizia su un gruppo di malviventi burloni che si divertiva ad affiggere falsi avvisi di imminente terremoto sulle porte delle abitazioni, facendo evacuare le persone. In generale, si evince un’inaspettata vivacità dialettica nei rapporti tra le autorità e i cittadini, per cui se le prime, da una parte, tentano costantemente di contenere le esuberanze e mantenere l’ordine in una società sempre più soggetta a recepire gli stimoli esterni della modernità, dall’altra sono a volte costrette a cedere a vizi e abitudini dei romani. Ne è un caso emblematico il Gioco del lotto che, fatto inutilmente oggetto di divieto a fasi alterne, è stato poi introdotto ufficialmente per limitare i danni delle giocate clandestine.
Con la catalogazione di questo fondo, si intende offrire un’agevole fruizione delle fonti storiche primarie, la cui consultazione non mancherà di integrare, e a volte di smentire, notizie riportate su repertori e biografie.