Profezia e speranza del futuro tra Medioevo e Rinascimento
Nell’Antico Testamento il profeta non è chi predice l’avvenire ma il tramite tra la verità divina e l’uomo: egli non predice quindi il futuro, parla dl presente ed indica la via giusta e vera in quanto indicata da Dio e così parla anche del futuro. Questa mostra vuole occuparsi della speranza, dell’anelito per un mondo migliore, cioè dell’attesa per la venuta dell’Età Nuova, dell’età dello Spirito Santo in cui uomini e storia sarebbero cambiati in bene, nell’attesa della venuta del mondo dei giusti. Gioacchino da Fiore propagò quest’idea per rendere l’uomo migliore, pronto ad apparire al cospetto di Dio; non a caso Dante descrive Dio nel XXXIII canto del Paradiso, utilizzando l’immagine gioachimita dei tre cerchi di colore diverso; nel duecento l’escatologia mistica riprese le idee di Gioacchino, che portarono ad un vero e proprio rinnovamento della Chiesa Cattolica […]
La mostra riporta i bellissimi codici gioachimiti grazie ai quali queste idee sono arrivate fino al noi e sono state propagandate all’epoca in cui essi sono stati trascritti. Al messaggio di speranza e di redenzione si affiancano bellissime immagini come il drago dell’Apocalisse, la ruota di Ezechiele, i Tre cerchi della Trinità.
Durata della mostra: 24 gennaio – 30 marzo 2003