Durata della mostra: 4-19 marzo 2005

Mostra di cartografia, strumenti e libri antichi per riscoprire il meridiano di Roma ed i suoi aspetti storici, scientifici, didattici in occasione della XV Settimana della cultura scientifica e tecnologica Linee che tagliano la Città Eterna, linee invisibili che si materializzano su splendidi pavimenti marmorei o sul selciato di una piazza attraversata distrattamente dal passante. Linee dimenticate o addirittura scomparse. Linee che hanno segnato l’impianto dello spazio e del tempo della Città. Queste sono i meridiani di Roma che nel corso dei secoli hanno convissuto e talvolta rivaleggiato: dal Collegio Romano a Santa Maria degli Angeli, dal Campidoglio a Monte Mario; ed il meridiano scomparso di padre Audiffredi (1714-1794), prefetto della Biblioteca Casanatense, definito dall’osservatorio del convento alla Minerva.
La stessa molteplicità si ritrova per i meridiani del Globo. Una molteplicità che si ricompone con la Conferenza di Washington (1884) che adotta internazionalmente come origine delle longitudini e del tempo il Primo Meridiano di Greenwich.

È questo anche il senso del Primo Meridiano d’Italia a Monte Mario, che, mentre il mondo si avviava verso l’adozione di un meridiano sopranazionale, segna, celebra e quasi materializza quell’Unità d’Italia appena conseguita.
Oggi di questo meridiano non v’è traccia sul suolo e resta sola, dimenticata dietro la recinzione militare del Forte Monte Mario, la Torre del Primo Meridiano d’Italia che custodisce ancora al suo interno quel punto geodetico fondamentale, ORIGINE DELLE LONGITUDINI D’ITALIA.
La mostra vuole ripercorrere e far riscoprire la ricchezza scientifica, storica e didattica dei meridiani grazie ai preziosi volumi e incisioni del XVIII-XIX secolo, agli strumenti astronomici e ai grandi globi settecenteschi della Biblioteca Casanatense, alla collezione di carte topografiche dello Studium Urbis, ed a validi strumenti didattici messi a punto nella scuola primaria e secondaria.