Durata della mostra: 13 aprile-10 maggio 2006

Mostra dei taccuini di Marilù Eustachio, realizzati dal 1986 ad oggi.
“Il materiale si assiepa sulle pagine più per sua scelta che per mia intenzione”, così Marilù Eustachio spiega, a se’ stessa e agli altri, il costituirsi spontaneo e continuativo del lavoro dei suoi 165 Taccuini, nei quali, da vent’anni, annota come in un diario immagini di grande intensità.
In questi appunti, oltre alla disinvoltura nell’uso dei colori fantastici e splendenti, rivela più che mai la sua straordinaria qualità di disegnatrice, come osserva Marisa Volpi in catalogo.
Molti temi della pittura dell’artista – le teste, le maschere, le montagne, gli alberi, i fiori sono nati proprio nei taccuini e qui hanno fatto ritorno per un processo di continua osmosi.
Sfogliando le pagine di questi diversi carnet si evidenziano i sistemi di studio e di elaborazione avvenuti nel tempo, le varianti tecniche e tematiche, gli innamoramenti per il disegno classico, per la pittura e la scultura barocca. Luogo della sperimentazione, il segno vi assume valenze diverse e così il colore nelle sue varianti di tono e di impasto. Ma il senso più profondo dei taccuini di Marilù Eustachio risiede nella dimensione del “tempo”. Conservare la memoria delle persone, dei luoghi, di certi accadimenti, di determinate letture, significa dare all’immagine e al pensiero una durata, immettere nel tempo la propria peculiare esperienza. Lo scorrere delle pagine come Io scorrere delle ore, dei giorni, degli anni: metafora dello scorrere della vita. La tecnica più usata è l’inchiostro di china nero, ma spesso vi sono interventi di colore a olio, acquarello, pastello, grafite e collage. ll formato, il numero delle pagine, il tipo di carta variano da taccuino a taccuino.