di Mathaus Stomer (Amersfoort 1600 ca – ? 1650 ca.)

Il dipinto, un olio su tela di grandi dimensioni (cm 176×227) proviene direttamente dal lascito testamentario del Cardinale Casanate. Per questa tela, non firmata, dopo una vecchia ipotesi di attribuzione ad Orazio Borgianni, è ormai accreditata l’assegnazione all’olandese Mathaus Stomer, del quale appaiono tuttora incerti i dati biografici, ma che si sa essere stato attivo principalmente in Italia meridionale alla metà del sec. XVII. Formatosi artisticamente nella suggestione di Gerard von Honthorst  (Gherardo delle Notti), da cui derivò direttamente i modi, basati su intensi effetti luministici, tanto che molte opere attribuite al maestro sono poi state riconosciute dell’allievo, lo Stomer, venuto anche a contatto con le esperienze pittoriche di Rubens, van Dyck, Joardaens, Rembrandt, trascorse la maggior parte della sua vita artistica in Sicilia, dove fece scuola, distaccandosi progressivamente dall’influenza dello Honthorst  e avvicinandosi sempre più alla pittura di Caravaggio e di Ribera, le cui opere conobbe durante un soggiorno napoletano.

Nel quadro della Casanatense il corpo di San Lorenzo, disteso, scorciato dal basso, invade nella parte sinistra tutto il primo piano e appare disposto secondo una linea diagonale che converge in basso con l’altra, rappresentata dalla fascina tenuta fra le braccia dall’uomo inginocchiato a destra e ripresa più in alto dall’asta impugnata dal carnefice con armatura e turbante e più indietro dalla mano del vecchio in secondo piano. La luce è tutta concentrata sul corpo illividito del martire, nella figurina dell’angelo che trascorre a precipizio dall’alto, avvolto in un rigido panneggio azzurro, nel volto e nella spalla dell’uomo in ginocchio. Tipicamente stomeriani i volti rossastri e fortemente caratterizzati, gli intensi contrasti di luce e ombra, il colore pieno con alcuni risalti di blu, giallo e rosso.

[Scheda di Angela Vicini Mastrangeli]