Fine sec. XVII (?) – inizi sec. XVIII – ottone
Circonferenza m 3,80. Equatore, Coluri, Eclittica e Circolo Polare Artico graduati; l’Eclittica è costituita da una fascia larga cm 15, divisa in 12 settori: ciascun settore è di 30°, ad ogni settore corrisponde una costellazione dello zodiaco indicata con il nome latino ed il relativo simbolo. Le costellazioni zodiacali sono ripetute in forma figurativa, in ferro saldato, all’interno dell’Eclittica stessa. Meridiano in ottone diviso in 4 settori graduati da 0° a 90°. L’orizzonte, sorretto da bracci in ottone fissati al piedistallo ligneo di base ottagonale (alt. cm 55) è diviso a sua volta in 4 settori graduati da 0° a 90°: vi è inciso il calendario zodiacale con i simboli delle costellazioni e dei pianeti e il nome latino dei venti. Il Globo Terrestre al centro (circonferenza cm 68) e i globi più piccoli del Sole, della Luna e dei cinque pianeti conosciuti, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, sono in ferro.

Rappresentazione pratica della sfera celeste che l’astronomia antica immaginava esistesse intorno alla Terra, la sfera armillare (dal latino armilla = braccialetto) era lo strumento usato fin dai tempi di Eratostene (III secolo a.C.) per determinare le coordinate altazimutali di un astro. Il modello tolemaico dell’Universo aveva, com’è noto, al centro la Terra e in ordine di distanza crescente, la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno. Il Cosmo terminava con la sfera delle stelle fisse. Va tuttavia sottolineato che il complicato sistema astronomico medioevale era di fatto frutto di una mescolanza di fisica aristotelica e astronomia tolemaica, di teorie astrologiche e di cosmologia che attingeva sia al pensiero neoplatonico sia alla teologia dei Padri della Chiesa e dei filosofi della Scolastica.

La Sfera Armillare della Casanatense fu acquistata prima del marzo 1703 per 260 scudi da un certo Girolamo Caccia. Per 50 scudi fu restaurata e parzialmente modificata da Alessio Salvi, poi nuovamente restaurata prima dal domenicano Brunes, quindi nel 1704 da Vincenzo Menghi che ricevette un compenso di 120 scudi.
Nell’archivio storico della Biblioteca è conservata la scrittura privata non datata, ma certamente anteriore al marzo 1703, come attestato da altra documentazione, che regolò l’acquisto della stessa.
In questo documento (Ms. Cas. 438, cc. 49-50) l’originaria Sfera, «già fatta che si ritroua in casa di detto Sig.r Caccia», viene così descritta: «… composta di due mezzi cerchij di ferro lisci con vn’asta di ferro attaccata alli detti, quali cerchij et asta di ferro attaccata seruono per posamento e sostegno di detta sfera sopra de quali cerchij è fermato l’Orizzonte d’ottone… in una con il suo meridiano e Zodiaco con li due Colluri e Legature li due Tropici, due Cerchij Polari e tre Cerchi de’ Pianeti Superiori».

L’iniziativa dell’acquisto fu del maestro generale dei Domenicani, Antonin Cloche, che volle apportare alcune modifiche al fine di renderla «più copiosa e di maggior intelligenza per far conoscere li due sistemi di Ticone e di Copernico».
Il sistema formulato dell’astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601) essendo in parte eliocentrico, con i pianeti orbitanti intorno al Sole, e in parte geocentrico, con la Luna e il Sole orbitanti intorno alla Terra immobile al centro dell’Universo, rappresentava, infatti, un compromesso, cioè equivaleva dal punto di vista matematico al sistema copernicano, escludendo ogni ragione di conflitto con le Sacre Scritture. Pertanto sul sistema ticonico del mondo avevano finito col convergere quanti, specie nel mondo cattolico, non avevano accettato l’eliocentrismo copernicano.